Epoca: Seicento
Venduto
Dipinto olio su tela dalle dimensioni di 66 x 81 cm senza cornice e di 85 x 96 cm con cornice raffigurante Mosè ed il vitello d'oro del pittore Theodor Helmbreker ( Haarlem 1633 - Roma 1696 ).
Raccontiamo un po' la storia del Vitello d'oro: si narra che dopo l'uscita degli ebrei dall'Egitto, mentre Mosè era salito sul Monte Sinai a parlare con Dio e ricevere i Dieci Comandamenti , gli israeliti, credendo che non ritornasse più, chiesero ad Aronne di fabbricare loro un dio per poterlo adorare ("Facci un dio che cammini alla nostra testa, perché a quel Mosè, l'uomo che ci ha fatti uscire dal paese d'Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto"). Aronne raccolse i loro gioielli d'oro e fondendoli forgiò una statua aurea raffigurante un vitello,ed essi la adorarono dichiarando: "Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto!" .
Aronne costruì un altare davanti al vitello e proclamò che il giorno successivo fosse una festa dedicata al Signore. Il giorno dopo quindi tutti si alzarono presto e "offrirono olocausti e presentarono sacrifici di comunione. Il popolo sedette per mangiare e bere, poi si alzò per darsi al divertimento." Dio disse a Mosè ciò che gli israeliti stavano facendo giù all'accampamento, "non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicata!.. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li distrugga. Di te invece farò una grande nazione." Mosè supplicò Dio di risparmiare gli israeliti e perdonarli, ed il "Signore abbandonò il proposito di nuocere al Suo popolo.".
In seguito Mosè ridiscese dal monte, ma vedendo il vitello d'oro si adirò, gettò al suolo le tavole dei comandamenti, frantumandole, e rimproverò aspramente Aronne e tutti gli israeliti. Poi bruciò il vitello nel fuoco, lo ridusse in polvere, lo sparse nell'acqua e costrinse gli israeliti a bere.
La composizione è molto armoniosa e sapientemente dosata nei colori, di grande qualità soprattutto nella forma mentre la scena qua rappresentata rientra senza dubbio nel tema per eccellenza dei dipinti religiosi di quel periodo.
Una caratteristica tipica del Helmbreker nelle sue opere è la cosiddetta pennellata a lumetto ovvero piccoli tocchi di bianco che rendono più luminescenti gli oggetti rappresentati e qua possiamo riconoscerla negli oggetti e nei panneggi qua rappresentati.
Il pittore, grande esponente della pittura bambocciante, ci dà l'immagine di un artista sicuro di sè, sfrontato, libero da schemi già preparati anzi egli sviluppa un nuovo modo capace di far risaltare il gusto dei valori tattili; in questi dipinti notiamo come i panneggi sinuosi tocchino vertici di mimetismo degni di uno specialista ed invadono la scena con sapiente maestria, tanto è vero che lui in vita ebbe notevolissimo successo e lavorò per commissioni importanti sia in Italia che in Olanda, grazie alla sua abilità di fondere insieme lo stile fiammingo con quello italiano e miscelando perfettamente il concetto di pittura paesaggistica e pittura di genere.
Posso aggiungere che la paternità di queste opere a Theodor Helmbreker non risiede solo nella stesura dell'opera, nei suoi colori e nella sua rappresentazione, ma trova conferma in numerose opere dell'artista stesso dove comunque la sua impronta è nota; possiamo ritrovare il medesimo senso artistico presente qui in altre opere del pittore stesso come il Ciarlatano che si trova nella Gemaldegalerie Alte Meister a Kassel ed il Saltarello esposto nella mostra Nature Morte, paesi, bambocciate e caramogi dalle collezioni medicee, tenutasi nella villa medicea di Poggio a Caiano.
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Dr. Riccardo Moneghini
Storico dell'Arte