Epoca: Seicento
Venduta
Sottopongo alla vostra attenzione questa rilevante coppia di "Capricci architettonici" (dipinti a olio su tele, cm 87 x 50), in quanto costituiscono una significativa nuova acquisizione al catalogo di Piero Francesco
Garola (Torino 1638 - Roma 1716), a conferma della variegata personalità di questo eclettico artista che si affermò in questo genere, subito dopo il Ghisolfi e prima dell' affermazione del Panini, il quale sicuramente ebbe modo di trarre dalle sue opere un proficuo profitto per la sua eclatante affermazione, esplicatasi sulla fine del secondo decennio del Settecento.
Proprio questi due "Capricci" - uno con un grande sarcofago sepolcrale su un basamento con figure scolpite, seguito da una piramide e sullo sfondo da una serie di arcate a tutto sesto inframezzate da una colonna, e l'altro con un bizzarro agglomerato di ruderi, tra cui un grande vaso, ammassati nell'atrio di un tempio su colonne composite scanalate con l' architrave già sconnessa ed invasa dalla vegetazione attestano il quasi sicuro rapporto intercorso tra i due pittori, l'uno di origine torinese e l'altro piacentino, trasferiti si a Roma già nel penultimo decennio del XVII secolo e l'altro nel primo del seguente.
La paternità del Garola è chiaramente comprovata dal riscontro di uno degli aspetti del suo versatile profilo inventivo che gli permise di esplicare soggetti che vanno dalle lucide rappresentazioni di interni di basiliche cristiane - la sua coppia con l'Interno di San Pietro e l'Interno di San Paolo costituì una sorta di suo biglietto da visita per la sua inserzione nell' ambito romano - a quelle più libere a di puri "capriccii" nella scia del Ghisolfi, trovando esplicativi termini di raffronto in vari esempi illustrati nella mia recente pubblicazione Il Capriccio architettonico in Italia nel XVII e XVIII secolo (etgraphiae ed., Foligno 2015, II, pp. 62-81, figg. 2 a-b, 9, lO, 17 a-b e 22), dal cui esame si evince la comune paternità anche della coppia qui presa in esame.
L'attività del Garola, richiesto dall' aristocrazia romana, dagli Spada ai Pallavicini, ed insegnante di prospettiva all' Accademia di San Luca, spaziò dai succitati "Interni di chiese" alle vedute per lo più di fantasia ma non di rado con attinenze realistiche, a "capricci" di pura fantasia, in cui ambientò soggetti mitologici o solo generiche inserzioni figurative, come nella significativa presente coppia.
L'opera, come ogni nostro oggetto, viene venduta corredata da un certificato fotografico FIMA di autenticità e lecita provenienza; questo documento identifica l'oggetto apportando un valore aggiunto all'articolo.