Scheda articolo : 278234
Paesaggio con Figure e Pescatore Antonio Diziani
Autore : Antonio Diziani
Epoca: Settecento
Prezzo: € 6.500
Misure H x L x P  

Dipinto olio su tela dalle dimensioni di 59 x 47 cm senza cornice e di 65 x 53 cm con cornice raffigurante un paesaggio con figure, pescatore e forte senso prospettico del pittore veneziano Antonio Diziani ( Venezia 1737 - 1797 ).

Il dipinto in esame, raffigurante uno scorcio campestre con villani e borgo rustico in lontananza, va assegnato alla prima maturità artistica di Antonio Diziani ( Venezia 1737-1797), figlio del celebre figurista Gaspare ( Belluno, 1689- Venezia, 1767) ed apprezzato dai contemoranei per la capacità di dipingere paesi di una gustosa maniera, ovvero nel settimo decennio del XVITI secolo. 

Siffatta cronologia viene desunta dal confronto con uno dei pochi esemplari di sicura autografia riferibili al maestro veneziano: il Paesaggio con la Maddalena , presentato come saggio d'ammissione all'Accademia delle Belle Arti di Venezia nel 1766.

I due dipinti condividono il primo piano in penombra, da cui emergono con forte evidenza cromatica le figure di evidente ascendenza zuccarelliana, non è un caso che l'opera era stata assegnata al Pitiglianese in collaborazione con Gaspare sino al contributo del Fogolari (1913), cui fa da contraltare il cielo venato di rosa e le montagne azzurrate, di chiara matrice arcadica.

Antonio, tuttavia, mostra di saper rielaborare l'illustre referente in chiave realistica, trasformando una lirica virgiliana in scanzonata tranche de vie grazie all' espediente di porre tra le mani del classicheggiante villano seminudo una realistica rete da pesca.

Anche l'elemento fitomorfo tradisce, peraltro, la più genuina ispirazione del pittore veneziano, connotando si per la chioma scarna, essenziale, che staglia sul cielo meridiano il peculiare fogliame steso a rapidi tocchi di pennello, secondo una prassi esecutiva peculiare in Antonio (cfr. Strada che porta al villaggio, Verona, Banca Popolare).

Non si può dire lo stesso del tenore generale dell'opera, che si rivela assai distante per ispirazione e stile dal celebre ciclo con le Quattro Stagioni conservato al museo civico di Padova, dove 1'eredità nordica viene riletta attraverso il referente riccesco, con esiti di straordinaria espressività. Il nostro dipinto appartiene invece ad un registro più "ortodosso", incline ad assecondare il gusto del tempo attraverso la ricetta zuccareliana alla stregua del forbito saggio accademico cui si faceva riferimento poco sopra e di un altro esemplare conservato nella medesima sede.

Di qui le figure piene e tornite del primo piano, che tuttavia cedono il posto alla coppia filiforme in lontananza sigillo di quel realismo guizzante a tratti addirittura visionario dei saggi dizianeschi più noti al grande pubblico.

I dipinti e gli oggetti d'arte qui pubblicati sono di mia esclusiva proprietà e di conseguenza sono sempre disponibili ad essere visionati di persona, previo appuntamento, nelle mie sedi espositive situate a Sanremo e Brescia.

L'opera, come ogni nostro oggetto, viene venduta corredata da un certificato fotografico FIMA di autenticità e lecita provenienza; questo documento identifica l'oggetto apportando un valore aggiunto all'articolo.

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Dr. Riccardo Moneghini

Storico dell'Arte

 

 

 

Riccardo Moneghini 
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